Sabato 7 settembre ore 21:30 – Piazza della Torre
L’istituzione del Parco Regionale Naturale di Tepilora è avvenuta proprio sul filo dell’acqua, lungo l’alveo del Rio Posada e dei tanti affluenti che si uniscono a questo corso d’acqua passando per i territori di Bitti, di Lodè e di Torpè. I primi confronti tra gli uffici regionali e quelli della Provincia di Nuoro sulla perimetrazione dell’area Parco si sono svolti mantenendo bene al centro l’interazione tra la futura area protetta e le variegate esigenze di un territorio complesso, nel quale lo sviluppo turistico delle aree costiere potesse svolgersi in armonia con le prospettive economiche delle aree interne.
Ma la spinta decisiva all’istituzione del Parco è avvenuta a seguito del gravissimo evento calamitoso conosciuto come “ciclone Cleopatra”, che nel novembre del 2013 sconvolse il bacino del Rio Posada portando lutti in tante famiglie e devastazione nelle infrastrutture del territorio. Dopo solo un anno da tale evento, il Consiglio Regionale della Sardegna, il 24 ottobre del 2014, ha promulgato la legge istitutiva dell’area protetta, dando il via a un ormai decennale processo di sviluppo territoriale basato sulla tutela della Natura e sulla valorizzazione, in chiave di sostenibilità ambientale, delle attività produttive locali. Questo processo vede la collaborazione, oltre che dell’Assessorato all’ambiente della Regione Sardegna e dei comuni di Bitti, Lodè, Torpè e Posada, dell’Agenzia Forestas e della Provincia di Nuoro.
A seguito dei primi incoraggianti risultati, l’assemblea del Parco ha proposto agli amministratori di un’area vasta che include 17 comuni della Sardegna nord-orientale, di inviare all’UNESCO la candidatura dell’intero territorio nel programma MaB (Man and Biosphere). Il 14 giugno 2017, a Parigi, a conclusione di un iter complesso ma entusiasmante, gli oltre 160.000 ettari di territorio complessivi sono entrati a far parte della rete mondiale delle Riserve di Biosfera.
Attualmente la Riserva MaB Tepilora, Rio Posada, Montalbosta portano avanti, con il contributo della Regione Sardegna, alcuni progetti incentrati sull’uso sostenibile della risorsa idrica che hanno proprio l’acquifero carsico del Montalbo al centro delle attività di progetto; in particolare, si sta portando avanti il progetto dal titolo “Sui sentieri dell’acqua celata” in collaborazione con tutti i Centri di educazione ambientale e alla sostenibilità della Riserva, che ha previsto la realizzazione di uno specifico percorso formativo a favore delle scuole e degli studenti e la creazione di alcuni video illustrativi dei percorsi che l’acqua compie sul territorio della Riserva, dai bacini imbriferi al sottosuolo e dalle sorgenti sino alle aree umide e al mare.
Inoltre, è in corso lo studio dell’ecosistema ipogeo dell’acquifero carsico del Montalbo, che si sta svolgendo in collaborazione con l’Università di Bruxelles e con l’associazione Phreatic; questo studio, oltre ad approfondire la conoscenza di un ambiente biologico quasi inesplorato, costituirà la base conoscitiva fondamentale per le valutazioni di impatto ambientale necessarie per qualsiasi eventuale intervento progettuale che intenda incrementare l’utilizzo delle acque carsiche per fini acquedottistici.
Interviene Francesco Murgia. Modera Mauro Piredda